Come vengono installati i vari tipi di lavandino

Ogni lavandino, prevede una serie di fori oltre a quello detto “Del troppo pieno”, responsabile di svuotarlo nel caso in cui il livello dell’acqua si alzi eccessivamente, evitando sgradevoli allagamenti.

Questi fori sono utilizzati per allacciare al lavandino il sistema di scarico e di rubinetteria.

Per quanto riguarda il sistema di fissaggio del lavandino a muro, varia in base al modello ed alle modalità che si scelgono di adottare per l’installazione.

È importante, però, che le tubature vengano installate prima di applicare il lavano e che vengano rispettate le posizioni dei fori e di scarico.

Come abbiamo detto, i sistemi di fissaggio, possono comprendere:

  1. Staffe: Che necessitano avvitatori.
  2. Su Mensole: Anch’esse da avvitare o murare.
  3. Con Viti o Tasselli, detti “Tirafondi”: In caso ci si trovi a lavorare su mattoni vuoti o pieni.

 

I sistemi di scarico, invece, si possono suddividere:

  1. Con Valvola di Tiraggio o con Tappo e Catenella annessa.
  2. Con Sifone ad “S”, e Tappo di Scarico su richiesta.
  3. Con Sifone a Pera smontabile.

 

Prima di procedere all’installazione, bisogna reperire i materiali adatti:

  1. Tubi.
  2. Raccordi.
  3. Gomiti.
  4. Collari di Fissaggio in PVC (Di misura variabile per adattarli alle esigenze).
  5. Tubi in Rame da 10X12 millimetri di diametro: Questi tubi sono necessari per la costruzione del raccordo indispensabile all’alimentazione, ma si possono sostituire da quelli in ghisa da tre ottavi di pollice, od ancora, di facile adattabilità e malleabilità, da tubi in PVC da 15 millimetri di diametro, che hanno solitamente annessi anche gli specifici raccordi.

 

Come vengono installate le varie tipologie di lavandini con “Posa a Colonna”.

Abbiamo trattato in precedenza la suddivisione dei lavandini in base ai sistemi di fissaggio; ora trattiamo le diverse tipologie nello specifico.

Indipendentemente dalla categoria, bisogna poggiare il lavandino al muro, segnando con un pennarello la posizione dei fori di sostegno nei quali verrà fissato il lavabo.

 

Installazione di lavandini “Su Staffe”.

Per installare i lavandini con supporti, è semplicemente necessario fissare le staffe sul muro, attraverso i tasselli delle stesse, e successivamente poggiarvi sopra il lavabo e fissarlo alla parete.

 

Installazione di lavandini “Direttamente”, con l’ausilio di “Viti”.

Una volta posizionati i tasselli sul muro, all’altezza desiderata, appoggiare il lavandino su di essi ed avvitarli alla parete, tramite le viti che andranno ad inserirsi negli appositi fori per il fissaggio.

Visto che ci troviamo solo alla prima parte del processo, non è necessario avvitare le viti con troppa foga.

Posizionare sotto il lavabo la colonna coordinata, controllando che sia perfettamente perpendicolare al suolo.

Solo a questo punto, procedere alla totale chiusura delle viti, stringendo a fondo.

 

Installazione di lavandini sostenuti da “Mensole”.

Per installare un lavandino sostenuto da mensole, si comincia facendo un segno con un pennarello a poco meno di un metro d’altezza dal pavimento, per farsi un’idea di dove andrà appoggiato il lavabo.

Poggiare delicatamente le mensole al muro e segnarle, in modo analogo a prima, i punti nei quali andranno introdotte le viti di fissaggio.

Inseriti i tasselli nella parete, avvitare a fondo e controllare la stabilità della struttura.

 

Installazione di lavandini ad “Incasso”.

Un lavandino può essere definito ad incasso, quando la sua installazione avviene mediante l’inserimento del lavabo in un mobile, solitamente in legno trattato, che può inserirsi, a sua volta, nel contesto che più si preferisce all’interno della zona designata (ad angolo, al centro della parete, ecc.).

la procedura, quindi, inizia praticando un taglio sul ripiano in cui verrà alloggiata la struttura, con l’aiuto di un seghetto.

Solitamente, i mobili di questo tipo, presentano di base, delle linee guida per facilitare quest’operazione.

Il lavandino può essere incassato dall’alto, e sarà semplicemente sufficiente appoggiare il lavabo all’interno della sede preposta.

Il lavandino può anche essere incassato dal basso. In questo caso, bisognerà ricorrere all’installazione di apposite staffe di sostegno.

In questa tipologia di installazione, è necessario porre delle guarnizioni in gomma tra il piano d’appoggio ed il lavandino, per evitare che, sfregando l’uno sull’altro a causa delle vibrazioni, si creino crepe od altri problemi strutturali.

Per una questione prettamente igienica, infine, spruzzare di tanto in tanto le guarnizioni con del funghicida, per evitare la formazione di colonie batteriche.Richiedi preventivo

Scarico e Svuotamento del lavabo

Come installare uno scarico a “Saltarello”.

Per installare uno scarico a saltarello, si procede innanzitutto alla sanificazione del foro di scarico mediante l’immissione, all’interno del foro stesso, di un cordone di silicone trattato con prodotti funghicidi.

Inserire poi una guarnizione di tenuta tra la struttura del lavandino ed il meccanismo di scarico.

Fissare quindi il dispositivo di chiusura sul corpo del lavabo, e sistemare infine l’impugnatura del sistema a leva per il sollevamento.

Regolare la vite dell’impugnatura per registrare il meccanismo di regolamento a seconda delle necessità.

 

Come installare uno scarico con “Tappo in Gomma”.

Per l’installazione di uno scarico con tappo in gomma, in un lavabo, si seguono le stesse procedure precedentemente descritte nel caso di uno scarico a saltarello.

In questo caso, cioè con uno scarico con tappo in gomma, abbiamo però una sola vite centrale, responsabile del fissaggio del sistema di scarico, in cui un tappo, di gomma, collegato di solito ad una catenella, impedisce all’acqua di defluire nello scarico.

 

Che cos’è un “Sifone”.

Nel caso di lavandini e bidè, connesso al tubo di scarico, è presente un sifone che si occupa di evitare che i cattivi odori rifluiscano e risalgano attraverso lo scarico, uscendo dal foro del lavandino o del bidè in questione.

 

Come si collega un sifone al tubo di scarico.

Per collegare un sifone al tubo di scarico, è necessario chiudere l’anello di serraggio attorno al corpo del dispositivo di scarico, aiutandosi con l’apposita chiave a pappagallo.

A questo punto si introduce, all’interno del foro d’uscita del sifone, il tubo responsabile dell’evacuazione stringendo a fondo il dado.

Bisogna ricordare di inserire sempre una guarnizione in gomma tra l’anello di serraggio e la struttura del dispositivo di scarico.

 

Nel caso di alcuni sanitari, infine, i sifoni sono ispezionabili, ad esempio in lavandini e bidè, in altri, invece, sono interni alla stessa parete che perciò li rende inaccessibili.preventivi on line gratuiti

Come installare un “Lavandino”

Il procedimento necessario per installare un lavandino nella sua zona designata, comincia inserendo una rondella in plastica tra la vaschetta, ovvero la base in ceramica dove verrà installato il lavandino, ed il lavandino stesso.

A questo punto si può cominciare l’operazione vera e propria, inserendo i rubinetti del lavandino nei fori assegnati che ritroviamo sulla vaschetta.

Una volta controllati i vari allacciamenti dell’impianto idrico, composti da una coppia di steli, rondelle distanziatrici, e dadi, si collegano i rubinetti ai tubi dell’acqua e si fissano in quella che resterà poi la loro sede.

Inserire quindi il tubo di scarico, come indicato nell’apposita sezione, per impedire il reflusso dei cattivi odori.

Infine, posizionare il lavandino nella sua sede definitiva, e fare i dovuti allacciamenti all’impianto idrico, per poter usufruire dell’acqua ed allo scarico.

Fissare definitivamente il lavandino e controllarne il suo corretto funzionamento.Preventivo-on-line-home

Come installare un “Bidè” e un “Lavandino”

Come installare un “Bidè”

Il metodo necessario per il montaggio di un bidè, è analogo a quello spiegato per un comune lavandino, ed il procedimento è lo stesso.

Il bidè, infatti, si compone di componenti simili a quelli dei normali lavandini, con una zona in ceramica, che poggia sopra un piedistallo in corredo al lavabo, come per i wc., che verrà poi allacciato all’impianto idrico generale mediante le apposite tubature.

Il rubinetto è costituito da due manopole fissate mediante distanziatori appositi, responsabili di regolare il flusso e la temperatura dell’acqua nel sanitario; oppure da un gruppo miscelatore, responsabile di incanalare e successivamente di fare fuoriuscire l’acqua tramite appositi fori posizionati sul bordo del bidè.

Come installare un “Lavandino”

Il procedimento necessario per installare un lavandino nella sua zona designata, comincia inserendo una rondella in plastica tra la vaschetta, ovvero la base in ceramica dove verrà installato il lavandino, ed il lavandino stesso.

A questo punto si può cominciare l’operazione vera e propria, inserendo i rubinetti del lavandino nei fori assegnati che ritroviamo sulla vaschetta.

Una volta controllati i vari allacciamenti dell’impianto idrico, composti da una coppia di steli, rondelle distanziatrici, e dadi, si collegano i rubinetti ai tubi dell’acqua e si fissano in quella che resterà poi la loro sede.

Inserire quindi il tubo di scarico, come indicato nell’apposita sezione, per impedire il reflusso dei cattivi odori.

Infine, posizionare il lavandino nella sua sede definitiva, e fare i dovuti allacciamenti all’impianto idrico, per poter usufruire dell’acqua ed allo scarico.

Fissare definitivamente il lavandino e controllarne il suo corretto funzionamento.

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Da cosa è composta una “Doccia”

Il gruppo doccia, si compone di:

  1. Un Piatto.
  2. Rubinetti.
  3. Scarico.
  4. Soffione per l’uscita dell’acqua, comunemente conosciuto come “Shower”.

 

Che cos’è il piatto doccia e come può presentarsi.

Il piatto doccia è la base della doccia, solitamente realizzato in materiale metacrilato, oppure in ceramica.

Si adatta a qualunque esigenza perché può assumere diverse forme.

In ogni caso, possiamo trovare diverse modalità di installazione.

 

Quali sono le tipologie di installazione di un piatto doccia.

Il piatto doccia può essere installato in diverse modalità:

  1. Appoggiato al pavimento.
  2. Da sopraelevare.
  3. Da incastrare al pavimento.

 

Nel caso in cui il piatto doccia venga appoggiato al pavimento, bisogna pensare, in fase di progettazione, allo scavo necessario per la creazione della sede su cui poggiare il piatto doccia.

Nel caso in cui il piatto doccia venga sopraelevato, si elimina lo svantaggio dello scavo presente, nella modalità in cui il piatto è appoggiato al suolo.

Il piatto sopraelevato, infatti, prevede un sistema di scarico diretto, sottostante il piatto stesso, in modo da far meglio defluire l’acqua.

Nell’ultimo caso, il piatto doccia viene incastrato nel pavimento, prevedendo, come nel primo caso, uno scavo preventivo, in cui destinare la sede definitiva del piatto, nonché il tubo di scarico.

 

Quali sono le tipologie di “Rubinetto per la Doccia”.

Nella doccia, possiamo solitamente trovare le due manopole indipendenti che regolano in modo autonomo la dimensione del getto e la temperatura dell’acqua.

Un’altra opzione che ultimamente soddisfa meglio le aspettative del consumatore, è quella di montare un unico rubinetto miscelatore, analogo a quello presente sui lavandini o su altri sanitari, oppure una valvola che meccanicamente gestisce il sistema si miscela dell’acqua, ed il lato termostatico, dando la possibilità di avere costantemente la stessa temperatura dell’acqua.

 

Che cos’è il “Soffione della Doccia”.

Il soffione, conosciuto anche con il nome di “Shower”, è costituito da materiali plastici oppure in metallo trattato per ottenere delle caratteristiche di adattabilità diverse per ogni circostanza.

Il soffione ha il compito di regolare il flusso dell’acqua a seconda delle esigenze.

Il soffione, lo possiamo trovare nella parte superiore della doccia, su apposite colonne, sulle quali può scorrere per un maggior confort e per migliorare le prestazioni, andando incontro alle richieste più diverse da parte del consumatore.

I soffioni, o shower, possono essere fissati sulla stessa colonna, in modo permanente, ed ovviamente facendolo rimanere sulla parte più alta di questa.

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Come si monta un “Piatto Doccia”

Prima di passare al montaggio di un piatto doccia, bisogna adoperare determinati accorgimenti relativi alle varie parti di cui è composto.

È indispensabile l’utilizzo di sostanze funghicida ed antimuffa, oltre a sigillanti di buona qualità ed ottima tenuta per evitare di incappare in disagi quali fastidiose fuoriuscite di acqua nelle zone sottostanti.

Anche per quanto riguarda i componenti del box doccia, è meglio scegliere materiali facilmente ripulibili dalle forme semplici e lineari per evitare l’accumulo di sporcizia in zone difficili da raggiungere.

In commercio, di questi tempi, si trovano componenti di svariati materiali, soprattutto sintetici, che conferiscono caratteristiche di leggerezza ma, contemporaneamente, di robustezza, all’impianto, che quindi risulta antigraffio.

Durante le varie fasi dell’installazione e montaggio del piatto doccia, bisogna compiere un’altra operazione preliminare mirata all’organizzazione di un adeguato sistema per il deflusso dell’acqua.

Per fare questo, bisogna semplicemente tracciare il perimetro del piatto doccia, nella sede che successivamente andrà ad occupare, con una punta od una matita.

Creato questo, si posiziona il sifone con il giunto a tenuta stagna, ad esso connesso, nella parte inferiore della struttura.

Porre quindi la specifica griglia di protezione ed avvitare a fondo per fissarla e compattare il blocco di scarico.

Posizionare il tubo di scarico in base alla misura dell’altezza del sifone, smontandolo e segnando sul piatto doccia, la posizione del foro di scarico sottostante.

A questo punto, congiungere il canale di scarico della doccia a quelli della vasca da bagno, o del lavandino, tenendo presente che per un corretto deflusso delle acqua è necessaria una pendenza minima di un centimetro ogni metro.

Quando l’operazione di posizionamento del piatto doccia è conclusa, controllare che sia effettivamente orizzontale aiutandosi con una livella.

Sigillare quindi con dell’apposito gesso, o del cemento per l’edilizia, i bordi del piatto.

Ricordarsi di porre del silicone trattato con gli adeguati prodotti chimici, le varie zone a rischio di accumulo batterico.

Nel caso in cui ci sia necessità di installare per le diverse ragioni, dei maniglioni di sicurezza, questi sono facilmente reperibili in commercio in varie versioni, con viti autofilettanti da inserire nel muro, oppure, semplicemente, appoggiandoli ad incastro.

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Come si differenziano i “Water Closet”

I water closet, comunemente abbreviati con wc., possono presentare due diversi sistemi relativi allo scarico:

  1. Scarico a “Caduta”.
  2. Scarico ad “Aspirazione”.

 

Nel primo caso, con un sistema di scarico a caduta, quando viene attivato, il wc. fa scendere un flusso di circa nove litri d’acqua da una vaschetta posizionata immediatamente sopra la struttura, al fine di ripulire il sanitario.

Nel secondo caso, invece, attraverso la pressione dell’aria, viene aumentata la velocità dell’acqua che ripulisce le zone in questione.

Il metodo di “aspirazione”, sfrutta la formazione di un vuoto d’aria provocato da un apposito sifone interno alla struttura.

Il sifone presenta una bocca di scarico che si restringe, per poi allargarsi di colpo, facendo defluire l’acqua ad una velocità tale, da ripulire a fondo l’interno del wc.

 

Cosa sono le “Vaschette” del wc.

Le vaschette del wc., dalla capienza di circa nove litri d’acqua, hanno la funzione di serbatoi che, all’occorrenza, si attiva attraverso una serie di leve ed ingranaggi idraulici, e fa defluire l’acqua necessaria alla pulizia del water.

Nei modelli più comuni, le vaschette presentano un sistema di scarico a “Campana”, od ad “Azione Diretta”.

Vista la continua sollecitazione di questo impianto, è possibile che si formino delle crepe che, col tempo, rischiano di rovinare, od addirittura rompere, la struttura, provocando non pochi disagi, anche dal punto di vista economico.

È quindi consigliabile, verificarne periodicamente l’integrità, per prevenire eventuali problemi.

 

Cosa sono le vaschette “A Campana”.

Le vaschette a campana, in ghisa, sono solitamente incassate nel muro, dietro agli impianti di vecchio tipo.

Le vaschette a campana, presentano un pozzetto, alla base della vaschetta, tramite il quale avviene l’allacciamento al tubo di scarico coperto da una campana, di materiale analogo.

Il meccanismo di scarico, è attivato dal tirare verso il basso, una levetta, attraverso una catenella, e rilasciandola, per far defluire l’acqua in modo così repentino, da creare un risucchio d’aria che forma una pressione tale da spingere l’acqua verso il wc.

 

Cosa sono le vasche ad “Azione Diretta”.

Le vasche ad azione diretta, presentano un tubo ricurvo dalla forma ad “U”, all’interno della struttura, che si inserisce nel canale di scarico da una delle estremità, mentre dell’altra, contenente una piastra in metallo forato ed un diaframma in gomma, ne viene fatta sporgere una parte a circa 25 millimetri dal fondo della vasca.

All’occorrenza, si esercita una leggera pressione su di una levetta posizionata sulla parte esterna della vaschetta, per poter azionare il sistema di scarico.

Le vasche ad azione diretta sono solitamente localizzate all’altezza di circa mezzo metro dal water.

In commercio, si possono trovare svariati modelli di vasca ad azione diretta, per assecondare meglio le richieste del consumatore, in materiale plastico o porcellana vetrificata.

La parte maggiormente sollecitata, in questo tipo di sistema, è il diaframma, che quindi è costantemente a rischio usura.

È bene controllarne di tanto in tanto l’integrità, ed all’occorrenza sostituirlo, scoperchiando la vaschetta ed estraendo il galleggiante prima di svuotare la vaschetta.

Svitare quindi la struttura che ricopre il sifone, e sostituire il vecchio diaframma, con una nuova gomma.

 

Prima di agire, chiarisci i tuoi dubbi

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Da cosa è determinato il rumore della vaschetta del wc

I rumori provenienti dalla cassetta di scarico, nel momento in cui l’acqua defluisce per ripulire e sanificare la vaschetta, sono solitamente controllati da un tubo, che ha la capacità di “zittirli”, perciò è comunemente definito “tubo silenziatore”.

Il tubo silenziatore è localizzato sopra al rubinetto che viene azionato dal galleggiate e, visto il continuo deflusso d’acqua che passa al suo interno, può capitare che si rompa o si sfili.

Nel primo caso, è necessario rimuovere la parte lesionata o rotta, e sostituirla con un qualunque tubo in gomma o plastica, flessibile, di circa 5-6 millimetri di diametro interno, da mantenere a circa un paio di centimetri dal fondo della cassetta.

Se invece il tubo è solo sfilato, è semplicemente sufficiente reinserirlo a mano sul becco del rubinetto, dopo averlo recuperato, e ripulito, dalla cassetta.

Nel caso in cui il corpo in gomma della tubatura, si presenti indurito e sia difficile reinserirlo, è necessario aiutarsi con una pinza a becco per dilatarlo quanto basta per poterlo reinfilare nella sua sede originale.cropped-preventivo-home1.jpg

Come si pulisce il sifone

Può capitare, che l’intasamento sia così profondo da non riuscire a liberarlo solamente attraverso i metodi tradizionali.

Bisogna quindi intervenire sul sifone, smontandolo e ripulendolo.

Prima di procedere, è consigliabile posizionare un secchio vuoto, sotto la conduttura, per evitare allagamenti provocati dalle acque residue nell’impianto idrico.

Fatto questo, bisogna innanzitutto svitare il tubo del sifone facendo attenzione a non graffiarne la superficie.

Una volta ripuliti tutti i pezzi del sifone, attraverso l’apposita spazzola, bisogna rimontare l’intera struttura ricordandosi di sostituire le guarnizioni.

Le guarnizioni dei sifoni, sono facilmente reperibili in ogni negozio di edilizia e fai da te.

È consigliabile portare con sé il vecchio sifone per assicurarsi che i pezzi di ricambio siano uguali a quelli da sostituire.

Se ci si accorge, smontando la struttura, che i pezzi del sifone sono logori, arrugginiti, od in pessimo stato, bisogna sostituirli per evitare che si rompano.

Nel caso in cui la posizione del sifone è difficilmente raggiungibile, si può ricorrere a raccordi per tubi con giunti a compressione, oppure a semplici raccordi flessibili, e facilmente adattabili alle diverse necessità.

Può capitare, che i resti dello scarico del lavandino della cucina si depositino anche nel tubo a parete.

In questo caso, oltre che in quelli normali, si può sgorgare l’intasamento, rimuovendo lo sporco con l’aiuto di un’apposita molla, che viene inserita nella conduttura intasata, sino a che non incontra una resistenza.

Per rimuovere l’intoppo, girare la molla premendo in direzione dell’ingorgo.

Quando il sifone sarà tornato pulito, rimontarlo con cura ed, infine, lasciar scorrere dell’acqua calda nell’impianto di scarico per eliminare ogni eventuale residuo.Richiedi preventivo

Come rimuovere un’ostruzione dal wc

Le ostruzioni del wc possono risolversi in due modi:

1)      Attraverso l’apposita ventosa per wc: Utilizzando una procedura analoga a quella vista in precedenza per liberare gli ingorghi dai sifoni, appoggiare la ventosa all’interno del wc e, spingendo con forza, cercare di risolvere il problema controllando che non ci sia un ritorno d’aria nei sifoni degli altri sanitari.

In questo caso, ripetere l’operazione occludendo con dei panni, i fori del “troppo pieno”, e gli scarichi di ogni altro sanitario.

2)      Attraverso lo sturalavandini “a Molla”: Per utilizzare lo sturalavandini a molla, bisogna procedere inserendo la molla, situata all’estremità di un tubo flessibile, a fondo, nello scarico, finché non incontra la resistenza.

A questo punto, sarà sufficiente agganciare l’ingorgo ruotando la manovella, sulla parte superiore dello sturalavandini, fino a disgregarlo.

Impugnare la manovella con una mano, mentre, la di fa ruotare in senso orario, con l’altra.preventivi on line gratuiti

Che cos’è una “Scatola Sifonata”

Come si elimina un ingorgo presente nella scatola sifonata.

Un impianto che comprende una scatola sifonata, presenta due entrate per il tubo flessibile, quindi può essere necessario inserire lo sturalavandini a molla, all’interno dello scarico della vasca.

Se questa procedura non dovesse dare i risultati sperati, si può procedere provando ad inserire il tubo flessibile dello sturalavandini, sotto la borchia della scatola sifonata.

Ripulirla quindi da possibili residui attraverso la solita modalità per lo sturalavandini a molla, sino ad eliminare l’ostruzione.

Può capitare, che l’occlusione sia ancora troppo indurita, ed i metodi precedenti portino solamente a dei fallimenti.

In questo caso, si può provare allacciando un tubo di plastica al rubinetto della vasca ed inserendolo all’interno della piletta della vasca di qualche centimetro.

Creato il collegamento, preparare un secchio per raccogliere l’acqua che potrebbe inavvertitamente uscire una volta risolta l’occlusione; quindi aprire il rubinetto regolando l temperatura del getto d’acqua in modo che risulti freddo e controllare che l’ingorgo all’interno della scatola sifonata sia stato eliminato.

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