Norme di sicurezza per le operazioni domestiche
Talvolta scordiamo, per abitudine, l’importanza dell’acqua corrente.
L’impianto idraulico, infatti, risulta fondamentale, se unito a quello elettrico ed agli elettrodomestici, per la creazione di un giusto e confortevole ambiente domestico.
È quindi doveroso porre la giusta cautela per quanto riguarda la scelta dei vari “tasselli” della propria abitazione, e la loro manutenzione per mezzo di utensili e strumenti di buona qualità.
Che cos’è la “messa a terra”.
Per ovviare ad eventuali dispersioni elettriche è bene creare un impianto di messa a terra, che si compone di un filo di rame che unisce le prese di tutta la rete domestica in un’unica “presa di terra”, che viene infilata nel terreno ed evita che il corpo umano diventi un conduttore nel caso in cui entri accidentalmente in contatto con la tensione, scaricandola invece al suolo.
Ogni domicilio, al giorno d’oggi, è provvisto di un simile impianto.
In caso contrario, si dovrà provvedere all’installazione di un nuovo sistema di messa a terra, ricordandosi di evitare, per la sua costruzione, di utilizzare i condotti per il gas ed il riscaldamento in funzione di messe a terra.
In conformazione con le normative del comitato elettrotecnico italiano (CEI), è stabilito che ogni conduttura o parte dell’impianto di messa a terra, quali ad esempio i collegamenti equipotenziali, i conduttori di protezione o quelli di terra, devono essere prodotti in colore giallo-verde.
Quali sono le norme di sicurezza.
In questa sezione verranno approfondite le diverse norme di sicurezza che è bene curare, nel caso di manutenzione o semplicemente, di utilizzo dell’impianto elettrico, ricordando che ogni contatore, deve sempre restare comunque sigillato.
Innanzitutto, e consigliabile ricordare di non iniziare mai una procedura di manutenzione se non si dispongono le necessarie conoscenze. Nel caso di piccoli problemi, questi possono essere facilmente risolti senza alcun rischio o comunque con rischi particolarmente limitati.
Nel caso invece, ci si trovi ad avere a che fare con problemi di maggiore entità, è sempre meglio rivolgersi a personale esperto per evitare che problematiche di difficile risoluzione od incolumità.
Anche in caso di consulto di personale esperto nel settore, è comunque necessario cautelarsi da possibili rischi, verificando le specifiche qualifiche e capacità.
Prima di cominciare qualunque procedura che porti ad un contatto diretto con fonti elettriche è sempre consigliato, nonché talvolta obbligatorio, assicurarsi di avere le mani asciutte ed un paio di calzature isolanti ai piedi, per evitare qualunque contatto con oggetti potenzialmente sotto tensione.
Quando ci apprestiamo a svolgere un lavoro a contatto con impianti di qualsiasi tipologia, è necessario scegliere con cura gli arnesi da utilizzare, assicurandosi che abbiano una buona porzione isolante sull’impugnatura, che risulta utile in via cautelare.
Evitare, il più possibile, l’utilizzo di materiale elettrico nelle vicinanze di zone a rischio per quanto riguarda eventuali schizzi d’acqua o, comunque , buone conduttrici (vasche da bagno, ecc…).
Infine, è molto importante che se si dovesse rendere necessaria una foratura nel muro, compiere una preventiva ricerca su tutto l’impianto per evitare il rischio di manometterlo, forando inavvertitamente tubi e condotti di gas od elettricità.
Come eliminare l’aria dai termosifoni
Nel caso in cui il tubo responsabile di portare l’acqua fredda alla caldaia sia di dimensioni inferiori rispetto quello che preleva l’acqua calda, può capitare che si abbassi l’acqua nel serbatoio di accumulo provocando la formazione di bolle d’aria che impediscono un riscaldamento omogeneo della parte alta del radiatore, oltre ad un gorgoglio d’acqua.
Nel caso in cui si verifichino questi problemi, è necessario sostituire la conduttura, di dimensioni troppo piccole.
Le tipologie di termosifoni possono comporsi di:
- Ghisa
- Acciaio
- Lega Leggera
- Alluminio
L’operazione che consente l’eliminazione dell’aria è detta “sfiatare” ed è necessario, per attuarla, che la caldaia sia spenta.
Dal pannello della caldaia, spostare innanzitutto l’interruttore su “off”, ed aprire il rubinetto che rifornisce d’acqua sino a stabilizzare la lancetta del manometro che non deve superare le 2,5 atmosfere.
Spenta la caldaia, aprire tutti i termosifoni portando a fine corsa la manopola posta in alto.
Dall’impianto più lontano della caldaia, iniziare le operazioni di sfiato, tramite l’apposita valvola situata sul lato opposto rispetto al rubinetto.
Svuotare il termosifone da tutta l’aria in esso contenuta.
Per verificare la totale eliminazione dell’aria, attendere sino a quando inizierà a fuoriuscire acqua a getto costante.
Ripetere l’operazione per ogni termosifone, quindi richiudere il rubinetto principale, quello della caldaia, e riportare la pressione indicativamente attorno ad un’atmosfera.
Attendere quindi che la caldaia riprenda il regolare funzionamento, controllando che la parte alta di ogni termosifone si scaldi in modo uniforme.
In caso contrario, ripetere l’operazione.
È bene, infine, sfiatare l’impianto almeno una volta all’anno.
Cosa sono e come sono le tubazioni domestiche
In commercio è possibile trovare tubazioni domestiche in ferro zincato, piuttosto che in acciaio dolce, materiali che garantiscono una buona qualità ad un costo moderato.
Grazie alle nuove tecnologie è anche possibile costruirle in materia sintetica, per quanto riguarda l’impianto idraulico, oppure in rame, per i tubi del gas e del riscaldamento.
Questi ultimi, rame e materiale sintetico, offrono caratteristiche di robustezza e praticità e ne permettono una semplice lavorazione, anche se ad un consto superiore, rispetto al classico tubo in ferro zincato.
Alcune normative igieniche però, preferiscono l’utilizzo di materiale sintetico trattato per potersene servire in ambiente domestico ed alimentare.
Cosa sono i tubi Geberit.
L’azienda Geberit, ha recentemente introdotto l’utilizzo di tubi in materiale sintetico, che li rendono leggeri, stabili e molto flessibili.
Per questo, i tubi Geberit, sono stati approvati per il trasporto dell’acqua potabile, anche perché risultano immuni da ogni tipologia di corrosione interna od esterna alla tubazione.
Il tubo Geberit, oltre ad essere molto longevo, in quanto può resistere fino a 50 anni, garantendo così l’utilizzo delle tubazioni per molto tempo, offre una grande malleabilità e permette di adattare l’impianto ad ogni percorso, collegando i vari tubi, attraverso uno speciale raccordo.
Il tubo Geberit, è inoltre ermetico e molto veloce da montare.
Come collegare i tubi
I collegamenti per i tubi in ferro zincato, rispondono a qualunque esigenza; possono essere:
- Giunti Dritti: Per congiungere tubazioni in linea retta.
- Giunti a Gomito: Che a loro volta si suddividono in:
– Singolo
– Doppio
- Giunti a Croce: Che permettono il collegamento tra diverse tubazioni.
- Giunti a forma di “U”: Simili a quelli a croce, ma che rendono possibile la congiunzione tra tubazioni di diverse angolazioni.
- Giunti di riduzione: Che consentono di unire insieme tubazioni che non presentano il medesimo diametro.
È consigliabile, ogni volta che si intraprende un’operazione di questo tipo, arrotolare attorno alla filettatura del tubo, una specie di “imbottitura” realizzata in canapa oppure di nastro di Teflon®, al fine di consentire una tenuta stagna alla congiunzione.
Come si filettano i tubi
Per l’operazione sono necessari alcuni materiali, facilmente reperibili in qualunque ferramenta, come:
- Tubi in ferro.
- Manicotti (Per il collegamento).
- Canapa o Nastro di Teflon® (Per favorire una buona tenuta stagna).
- Pasta Sigillante al Silicone.
Tra gli strumenti, invece, dobbiamo procurarci:
- Cavalletto da idraulico (Per fissare la morsa).
- Morsa da idraulico (Necessaria per stabilizzare il tubo).
- Filiera ed Oliatore (Contenente olio da taglio specifico).
- Pinza stringitubo.
Iniziamo le operazioni chiudendo nella morsa, montata sul cavalletto, il tubo, facendo in modo che sporga di circa una ventina di centimetri. A questo punto, con una lima, si procede all’eliminazione dei vari residui per poi andare a creare un invito conico per la filiera di circa 4 centimetri di lunghezza.
A questo punto, lubrificare con olio la parte limata ed infilarvi, dal lato in cui il diametro risulta in misura maggiore, la filiera, perché i taglienti sono più superficiali.
Ruotando la filiera in senso orario, ed esercitando una leggera pressione in avanti, in direzione del tubo, avvitarla su di esso creando la filettatura che si preferisce.
È consigliabile filettare sino alla metà del manicotto che si vuole utilizzare. Mentre si procede con questa operazione, è bene fermarsi ogni due giri per liberare le lamette della filiera da eventuali residui che altrimenti comprometterebbero il taglio dei tubi.
Fatto questo, oliando il tubo, sarà poi possibile continuare la filettatura nel modo consueto.
Una volta creata la filettatura, è necessario rivestirla con canapa o nastro in Teflon® e successivamente ricoprire il rivestimento con della pasta sigillante.
Il passo successivo è quello dell’avvitamento del manicotto di giunzione utilizzando la pinza stringitubo (a becchi).
Il manicotto, che viene avvitato fino alla metà della sua lunghezza lungo uno dei due tubi da collegare
va a congiungerne un secondo che, a sua volta, verrà avvitato nella parte ancora libera del manicotto, terminando così l’operazione di filettatura dei tubi.
Quali sono le diverse tipologie di raccordo
Le tipologie di raccordo, così come le loro forme, sono diverse e variano in base alla loro funzione in:
- Linea Retta o Di Testa.
- A Gomito od ad “L”.
- A Tre Vie od a “T”.
- Con Riduzione.
Le giunture dei tubi, possono essere composti di metallo, PVC, polietilene, o “Rama” a seconda del loro utilizzo.
La misura dei raccordi varia ed è indicata in pollici o frazioni di pollici, e deve essere la stessa dei due tubi che vogliamo usare.
Che cos’è un “Raccordo a Bocchettone”.
Il raccordo a bocchettone serve a congiungere un tubo fisso e si compone di:
- Due manicotti filettati di forma troncoconica, che ne facilitano l’inserimento della parte filettata una dentro l’altra.
- Un “Dado a Cappello”.
Per montare il giunto, bisogna avvitare il dado a cappello su uno dei due tubi da collegare.
A questo punto, si congiunge il dado col manicotto dalla testa arrotondata e successivamente all’altro, facendo attenzione a mantenerli incastrati.
Cosa sono i “Giunti a Compressione”.
I giunti a compressione si possono dividere in due insiemi:
- “A”: Costituiti da una parte filettata, due dadi a cappello in bronzo e due anelli a forma di “oliva” da cui prendono il nome, realizzati in rame dolce.
- “B”: Simili ai primi, ma è necessario deformare le imboccature dei tubi per allargarne il diametro utilizzando il “Punzone Allargatore”.
I giunti a compressione vengono impiegati per il collegamento di tubi di rame, sono realizzati in bronzo e sono facilmente deformabili.
Cosa sono i “Raccordi Flessibili”.
I raccordi flessibili sono utili per collegare i vari sanitari alla tubatura principale dell’acqua.
Possono anch’essi avere una diversa lunghezza ed un differente diametro ed i dadi responsabili di collegare e successivamente fissare i tubi possono ruotare a piacimento in base all’occasione, senza però il rischio di rompersi.
Un’estremità del raccordo viene collegata alla presa d’acqua, mentre l’altra finisce nel rubinetto del mobile interessato (lavandino, scaldabagno, ecc.).
Come avviene la piegatura dei tubi
La facilità con cui vengono piegati i tubi, può variare in base al materiale di cui sono composti; le normali tubature del gas, in rame, infatti risultano sicuramente più malleabili rispetto a quelle in ferro, magari dotate di un più grande diametro.
Come piegare i tubi, utilizzando la “Molla”.
Per piegare i tubi, possiamo ricorrere ad una molla, da lubrificare per poi essere inserita nel tubo in questione, prima di portare a termine la piegatura.
Proseguire l’operazione portando il tubo all’altezza del ginocchio ed esercitando una forte pressione sulle due estremità, tirandolo verso di sé.
In questo modo si evitano rotture e piegature irregolari ed indesiderate.
Una volta portato il tubo alla piega desiderata, è necessario curvarlo ancora di ulteriori due centimetri, prima di rilasciarlo poco alla volta, così da conferirgli una maggiore stabilità.
Per estrarre la molla dal tubo, è necessario inserire un tondino di ferro nell’occhiello della stessa e girare in senso orario, per rendere meno problematica l’estrazione.
Prima di estrarla, assicuratevi che la piega sia della misura desiderata, altrimenti, rimossa la molla per evitare disagi, è possibile ricorrere al martello per modellare il tubo secondo le varie necessità.
Grazie all’utilizzo di questa tecnica siamo in grado di curvare tubazioni di rame che vanno da un minimo di 15, ad un massimo di 22 millimetri di diametro; oltre a quelle di ferro-acciaio, che solitamente misurano 15 millimetri di diametro, con molta facilità.
Titolo pagina: Cosa sono i “Tubi in Plastica”.
Parole chiave: Tubi, plastica, PVC, giunti, compressione, manicotti, saldatura a solvente, anello, collegare, tubazioni, anulari.
In alternativa ai tubi di rame ed acciaio, possiamo trovare, come già detto, i tubi in materiale sintetico, quale il Geberit, oppure in plastica rigida, quale il PVC.
Per congiungere le tubazioni in plastica si ricorre a:
- Giunti di Compressione (utilizzati in caso di sifoni).
- Manicotti con Saldatura a Solvente (utilizzati in caso di tubazioni di acqua calda e fredda).
- Giunti ad Anello.
I giunti per collegare i tubi in PVC, ossia quelli a compressione, sono gli stessi che vengono usati per il rame.
I giunti per il PVC, sono realizzati in materiale plastico rigido ed, al loro interno, viene posto un anello di gomma.
Cosa sono i “Giunti con Saldatura a Solvente”.
Una volta predisposto il tubo ad essere collegato tramite la saldatura a solvente, cioè dopo averne tagliato le estremità ed eliminato gli eventuali residui, questo bisogna passarlo sulla parte esterna con della carta vetrata per renderla più ruvida, ed accogliere quindi in modo migliore l’azione del solvente.
A questo punto, bisogna strofinare il tubo con uno straccetto imbevuto di alcool per rimuovere ogni residuo che ancora potrebbe essere rimasto dalle precedenti operazioni.
Si applica poi il solvente mediante un pennello per rendere l’operazione uniforme su tutta la tubatura.
Per la loro proprietà, i manicotti a solvente, sono da evitare in caso di tubazioni responsabili di portare l’acqua calda.
Fatto questo, inserire fino in fondo al manicotto i due tubi, applicando una leggera torsione.
Mantenerli in questa posizione per circa mezzo minuto, per lasciar agire il collante ed unire quindi in modo indissolubile i tubi al manicotto (questa operazione può durare al massimo tre minuti).
È consigliabile, però, attendere almeno un giorno, prima di utilizzare la giunzione.
Cosa sono i “Giunti Anulari”.
Al contrario dei manicotti a solvente, i giunti anulari consentono di unire anche le tubazioni dell’acqua calda, perché evitano problemi dovuti ad un eventuale surriscaldamento, nonché impediscono deformazioni legate alle alte temperature.
Il giunto anulare è composto da un tubo in PVC che presenta differenze alle estremità.
Da un lato, troviamo le caratteristiche dei manicotti a solvente, mentre all’interno dell’altro, di lunghezza maggiore rispetto al primo, è contenuto un anello di gomma per evitarne la corrosione ed il surriscaldamento.
La parte da collegare al tubo è la più corta delle due.
Una volta congiunta quest’ultima, si smussa l’altra estremità con una raspa e la si inserisce a fondo nel manicotto ricordandosi di riportare con un pennarello od una matita, una segno all’altezza del punto di arrivo.
A questo punto, si rimuove il tubo e si disegna una seconda linea a circa un centimetro dalla precedente.
Si inserisce ora l’anello di gomma sul tubo, precedentemente unto con della paraffina, che poi verrà a sua volta inserito nel manicotto fino alla seconda linea disegnata, lasciando lo spazio libero necessario per evitare problemi relativi al passaggio dell’acqua calda.
Le misure dei tubi in commercio, non sempre sono affidabili, e può capitare che si verifichino perdite d’acqua dovute ai giunti. Per risolvere questo problema è necessario guarnire il manicotto con della canapa o del nastro di Teflon®.
Cosa sono i “Tubi in Plastica”
In alternativa ai tubi di rame ed acciaio, possiamo trovare, come già detto, i tubi in materiale sintetico, quale il Geberit, oppure in plastica rigida, quale il PVC.
Per congiungere le tubazioni in plastica si ricorre a:
- Giunti di Compressione (utilizzati in caso di sifoni).
- Manicotti con Saldatura a Solvente (utilizzati in caso di tubazioni di acqua calda e fredda).
- Giunti ad Anello.
I giunti per collegare i tubi in PVC, ossia quelli a compressione, sono gli stessi che vengono usati per il rame.
I giunti per il PVC, sono realizzati in materiale plastico rigido ed, al loro interno, viene posto un anello di gomma.
Cosa sono i “Giunti con Saldatura a Solvente”.
Una volta predisposto il tubo ad essere collegato tramite la saldatura a solvente, cioè dopo averne tagliato le estremità ed eliminato gli eventuali residui, questo bisogna passarlo sulla parte esterna con della carta vetrata per renderla più ruvida, ed accogliere quindi in modo migliore l’azione del solvente.
A questo punto, bisogna strofinare il tubo con uno straccetto imbevuto di alcool per rimuovere ogni residuo che ancora potrebbe essere rimasto dalle precedenti operazioni.
Si applica poi il solvente mediante un pennello per rendere l’operazione uniforme su tutta la tubatura.
Per la loro proprietà, i manicotti a solvente, sono da evitare in caso di tubazioni responsabili di portare l’acqua calda.
Fatto questo, inserire fino in fondo al manicotto i due tubi, applicando una leggera torsione.
Mantenerli in questa posizione per circa mezzo minuto, per lasciar agire il collante ed unire quindi in modo indissolubile i tubi al manicotto (questa operazione può durare al massimo tre minuti).
È consigliabile, però, attendere almeno un giorno, prima di utilizzare la giunzione.
Cosa sono i “Giunti Anulari”.
Al contrario dei manicotti a solvente, i giunti anulari consentono di unire anche le tubazioni dell’acqua calda, perché evitano problemi dovuti ad un eventuale surriscaldamento, nonché impediscono deformazioni legate alle alte temperature.
Il giunto anulare è composto da un tubo in PVC che presenta differenze alle estremità.
Da un lato, troviamo le caratteristiche dei manicotti a solvente, mentre all’interno dell’altro, di lunghezza maggiore rispetto al primo, è contenuto un anello di gomma per evitarne la corrosione ed il surriscaldamento.
La parte da collegare al tubo è la più corta delle due.
Una volta congiunta quest’ultima, si smussa l’altra estremità con una raspa e la si inserisce a fondo nel manicotto ricordandosi di riportare con un pennarello od una matita, una segno all’altezza del punto di arrivo.
A questo punto, si rimuove il tubo e si disegna una seconda linea a circa un centimetro dalla precedente.
Si inserisce ora l’anello di gomma sul tubo, precedentemente unto con della paraffina, che poi verrà a sua volta inserito nel manicotto fino alla seconda linea disegnata, lasciando lo spazio libero necessario per evitare problemi relativi al passaggio dell’acqua calda.
Le misure dei tubi in commercio, non sempre sono affidabili, e può capitare che si verifichino perdite d’acqua dovute ai giunti. Per risolvere questo problema è necessario guarnire il manicotto con della canapa o del nastro di Teflon®.
Come “Guarnire” una filettatura
Innanzitutto, per guarnire una filettatura, bisogna distinguerne una destra, ovvero quando si avvita in senso orario (molto diffusa), ed una sinistra, quando invece l’avvitamento sia esegue in senso antiorario.
Per quanto riguarda il processo di guarnizione della filettatura, può essere eseguito ricorrendo alla canapa, oppure ad una nastro in Teflon®.
Come “Guarnire” una filettatura in Canapa.
Materiale necessario:
- Canapa: In quantità sufficiente per guarnire ed avvolgere la filettatura.
- Pasta Verde: Prodotto simile al Mastice Sigillante, utile appunto come sostanza collante.
Avvolgere la filettatura nel senso di rotazione di questa, e tirare per mantenerla tesa.
Procedere sino all’altro capo della filettatura.
Spalmare quindi la pasta verde su tutta la superficie avvolta in modo uniforme, terminando così la guarnizione.
Come “Guarnire” una filettatura ricorrendo al Nastro in Teflon®.
Materiale necessario:
- Nastro di Teflon®.
Il Teflon® è un materiale plastico, isolante dal punto di vista termico ed elettrico, molto resistente.
È facilmente reperibile in commercio sotto forma di sottile nastro in rotoli.
Avvolgere la filettatura di nastro nel medesimo modo visto per la canapa, ricoprendola attraverso più giri dello stesso al fine di garantire una migliore resa.
In base al diametro del tubo, è necessario compiere più giri, come indicato nella tabella sottostante.
Come evitare il congelamento delle tubazioni durante l’inverno
Il congelamento dell’acqua, può compromettere l’utilizzo e la struttura dell’impianto e della stessa caldaia.
Per evitare il congelamento delle tubazioni è semplicemente necessario seguire alcuni passaggi:
- Chiudere il rubinetto generale dell’acqua, attraverso l’apposita valvola, vicina al contatore, in modo da svuotare l’impianto.
- A questo punto, assicurarsi che l’impianto sia totalmente vuoto, aprendo i rubinetti di scarico e facendo scorrere l’acqua rimasta nelle tubature dai vari rubinetti domestici per terminare l’operazione.
Nota Bene:
È possibile che, nel percorso delle condutture che portano l’acqua dalla caldaia al rubinetto, ci siano dei punti con una maggior probabilità di congelamento.
Questi, soprattutto situati in zone non murate, vanno salvaguardati con dei semplici accorgimenti:
- Riscaldare le zone a rischio con l’ausilio di alcuni arnesi specifici quali:
- Saldatore a Butano, in grado di garantire un buon lavoro in tempi piuttosto veloci.
- Applicando sopra il tubo un panno sul quale verrà versata più volte dell’acqua bollente.
- Ricorrendo all’utilizzo di un asciugacapelli, che però prolunga il tempo di lavoro.
Per portare a termine quest’operazione è consigliato partire dal punto più vicino al rubinetto, proseguendo poi su tutta la lunghezza del tubo.
Verificare infine, la buona riuscita dell’operazione, aprendo il rubinetto più vicino alla zona gelata.
Che cos’è il “Sistema Coprax”
Il Coprax è un sistema di tubi e giunzioni i quali possono essere saldati tra di loro in modi diversi, fondendosi e costituendo un unico corpo che elimina i problemi delle perdite.
Il Coprax è un sistema che può tranquillamente venire a contatto con elementi quali calce e cemento, normalmente adoperati nelle costruzioni, perché presenta una forte resistenza alla corrosione provocata da sostanze chimiche.
È inoltre un cattivo conduttore di elettricità e perciò evita problemi derivanti dalle deformazioni dei tubi in materiale metallico, provocati dalla corrente.
Il Coprax, inoltre, contribuisce ad un grande risparmio energetico, grazie alla sua costituzione in polipropilene che evita la dispersione termica.
Il Coprax è un sistema dotato di un rivestimento interno liscio, che evita il formarsi di ingorghi, e diminuisce di molto le perdite di carico, oltre a rendere altamente isolato, dal punto di vista acustico, l’intero impianto, riducendo quindi il rumore proveniente da questo.
Il sistema Coprax, infine è composto di materiale atossico e molto leggero che lo rendono estremamente igienico e facilmente adattabile alle più diverse esigenze.
Come congiungere il sistema Coprax.
Per congiungere e saldare il sistema Coprax si procede tagliando e ripulendo il tubo.
A questo punto, vengono inseriti nell’apposito attrezzo di polifusione, il tubo ed il raccordo e si attende il tempo necessario al completamento dell’operazione.
Una volta estratti i due elementi dalle relative matrici, si congiungono nella posizione desiderata.
Nota bene:
Nei momenti subito successivi a quest’ultimo passaggio, è ancora possibile compiere piccole correzioni relative all’allineamento.
Come riparare una perdita
Non è raro, riscontrare la formazione di un piccolo gocciolamento costante che può disegnare un alone sulla parete.
In questo caso, per riparare la perdita, è necessario chiudere l’intero impianto e scoprire, anche attraverso operazioni di muratura, a che altezza della tubatura si è verificato il guasto
Come riparare una perdita in un raccordo.
Una volta determinata la posizione del guasto all’interno della tubatura, passarvi sopra un panno asciutto eliminando l’eventuale acqua residua e le tracce di sporco.
Con l’aiuto di una lima, raschiare la zona interessata ed eliminare poi gli eventuali residui, prima di sgrassarla a fondo.
A questo punto, la perdita può essere sigillata attraverso due modalità:
Come saldare una perdita “A Caldo”.
Prima di procedere con la fase di saldatura, assicurarsi nuovamente che la superficie sia pulita.
A questo punto scaldare il raccordo sino a rendere violaceo il rame.
Fondere un filo di stagno sul giunto danneggiato, così da riempire la perdita.
Ripulire il tutto, una volta raffreddato.
Come saldare una perdita “A Freddo”.
Utilizzando la resina specifica, spalmarla sulla parte danneggiata in modo uniforme e completo, e lasciare rapprendere.
Per questa operazione è necessario molto più tempo.
Cosa sono i “Rubinetti d’Arresto”
I rubinetti d’arresto, sono in grado di mantenere un flusso d’acqua costante dalla tubatura cui fanno capo tutte le altre, fino a quelle di lavandini ecc., interne alla casa.
In caso ci si trovasse nella situazione di dover bloccare il flusso generale di tutte le tubature dell’impianto, è fondamentale conoscere l’ubicazione di questi rubinetti.
All’interno di un rubinetto d’arresto, si trova una guarnizione che generalmente ha una grande durata nel tempo, dovuta al basso utilizzo che si fa del rubinetto.
Può essere consigliabile, azionare il rubinetto d’arresto, ogni tanto, per evitare che all’interno dei condotti, si formino delle incrostazioni.
In caso si creino dei piccoli agglomerati di sporcizia, è bene lubrificare lo stelo sul quale viene fissata la manopola di comando, con del normale “Svitol”, reperibile in ogni ferramenta, ed azionare il rubinetto per controllare che funzioni correttamente.
Come sostituire le guarnizioni dei rubinetti d’arresto.
In caso di lavori inerenti le guarnizioni dei rubinetti d’arresto, è necessario interrompere l’intero flusso d’acqua dell’impianto.
Questa mansione è svolta dal responsabile dell’acquedotto e perciò è obbligatorio rivolgersi a lui.
Cosa sono le “Valvole a Saracinesca”.
Le valvole a saracinesca hanno la stessa utilità dei rubinetti d’arresto, ma sono utilizzate su condotti di grande diametro.
Sono composte da una piastra in grado di scorrere verso l’alto e verso il basso attraverso un ingranaggio a vite che viene azionato dalla manopola principale.
Per la sua conformazione, prende il nome di “Valvola a Saracinesca”.
Quali sono le tipologie di rubinetto
Le tipologie di rubinetto sono diverse ed adattabili sulla base delle diverse esigenze.
Cosa sono i “Rubinetti a Colonna”.
I rubinetti a colonna, o verticali, permettono all’acqua di entrare in senso verticale, e sono dotati di una manopola che impedisce le infiltrazioni dei prodotti chimici, comunemente usati in ambito domestico.
Solitamente, i rubinetti verticali vengono montati su apposite vasche che presentano un foro sul quale vengono agganciati attraverso specifiche ghiere filettate.
I rubinetti a colonna sono adatti per i servizi igienici ed i lavandini a colonna.
Cosa sono i “Rubinetti Orizzontali”
Al contrario dei rubinetti a colonna, i rubinetti orizzontali permettono all’acqua si scorrere in senso orizzontale e si montano in luoghi esterni rispetto al domicilio, ad esempio in giardini o garage.
Questi rubinetti sono provvisti di una filettatura interna per facilitare la connessione con tubi flessibili di canne dell’acqua o simili.
Che cosa sono e come funzionano le manopole ed i miscelatori.
Tutto il funzionamento di qualunque tipo di rubinetto, gira attorno alla “Manopola”.
Quando questa è girata in senso orario, la parte interna chiamata “Stelo” si abbassa, bloccando l’acqua proveniente dalla rete idrica come una sorte di tappo.
Al contrario, quando la manopola è girata in senso antiorario, lo stelo si alza, e l’acqua scorre nella parte cava del rubinetto, fuoriuscendo dalle apposite aperture a becchi.
Per quanto riguarda i “Miscelatori”, sono la parte della tubatura dove viene fatta confluire l’acqua fredda e calda.
Solitamente sono dotati di miscelatore, i lavandini, le vasche e le docce, i sanitari e gli impianti domestici nella maggior parte dei casi.
Un tempo, i miscelatori erano in coppia ed ognuno poteva regolare la potenza del getto in modo indipendente. Con questo metodo, era inoltre possibile stabilire la temperatura adeguata in modo manuale.
Oggi, alcuni di questi modelli sono ancora presenti, ma è più facile trovare “Miscelatori Automatici”.
A seconda dell’apparecchio che vanno a regolare, troviamo miscelatori di vario tipo:
- Miscelatori per vasche da bagno: Oltre al gruppo miscelatore tradizionale, dotato di due rubinetti, o della manopola mono-comando, ed all’uscita comune, presentano una ulteriore levetta che porta il flusso d’acqua in direzione della doccia, attraverso l’apposita canalina.
- Miscelatori per lavandini, bidè, e lavelli da cucina: Presentano un miscelatore standard, od una manopola mono-comando, e montato sullo stesso foro, un ingranaggio in grado di alzare od abbassare il tappo.
- Miscelatori per doccia: Per questa tipologia di miscelatori, che per questioni pratiche ed estetiche, sono talvolta incassati a muro, e si presentano come una sola e semplice leva, in molti casi automatica e regolata da apposite valvole responsabili della temperatura dell’acqua; le varie tubature che determinano l’acqua calda e fredda lavorano in modo che una, quando totalmente aperta, chiuda ed impedisca il flusso dell’altra.
La differenza tra i miscelatori per lavandini e bidè, con quelli per i lavelli da cucina, risiede nella possibilità di questi ultimi, di direzionare il flusso dell’acqua in uscita, a piacimento, grazie ad una bocca d’uscita più lunga.
Che cosa sono le “Valvole di Scarico”.
Le valvole di scarico sono dei rubinetti che servono nel caso sia necessario svuotare le tubature dell’impianto idraulico per lavori di manutenzione o controllo.
È indispensabile azionare prima di qualsiasi tipo di intervento ai rubinetti, anche il più semplice all’apparenza, evitando di incorrere in casi di allagamento, perdite e quant’altro.
Quali sono le tipologie di chiusura per rubinetti
Le chiusure per un rubinetto, che è possibile reperire in commercio, possono essere divise in due tipi:
- A “Stelo, con Guarnizione”: Dal costo molto economico, e riparabili, in caso di guasto, in modo molto semplice e veloce.
- Con “Disco in Ceramica”: Molto più costosi, ma sicuramente più affidabili e duraturi dei precedenti, anche se non possono essere cambiati.
Nei rubinetti con stelo a guarnizione, è possibile che la base dove appoggia la guarnizione in gomma sia sporca od intaccata dalla formazione di calcare contenuto nell’acqua che scorre all’interno dell’impianto.
In tal caso, basta semplicemente smontare, svitandola, la parte superiore ed inserirvi, l’alesatore, compiendo con esso qualche giro per spianare la parte guasta.
Al giorno d’oggi, comunque, è di norma trovare rubinetti con dischi in ceramica dura ed aderenti l’uno all’altro.
Sopra il primo di questi dischi in ceramica, troviamo un foro sopra il quale, ruotando il rubinetto, viene fatto ruotare un secondo disco, aprendo o chiudendo il passaggio del flusso d’acqua.
La chiusura in ceramica è la più utilizzata perché ha tempi di usura molto lunghi, al contrario dei rubinetti a chiusura con guarnizione che, se viene chiuso con troppa foga, può andare a rovinare il filo della valvola di chiusura ed a sformare la guarnizione in gomma.
In questo caso, ci troviamo nella situazione di dover risolvere delle piccole perdite d’acqua all’interno dell’impianto, con tutti i disagi che un problema del genere può provocare.
Che cos’è il “Rubinetto Mono-Comando”
Il rubinetto mono-comando è un miscelatore unico, che sostituisce con una leva, direzionabile, i due rubinetti dei miscelatori normali, responsabili di veicolare l’acqua fredda e calda.
Allo spostamento della leva a destra piuttosto che a sinistra, corrisponde l’erogazione di acqua calda o fredda, a seconda della direzione.
È inoltre possibile determinare la temperatura e memorizzarla lasciando nella medesima posizione la leva, chiudendo il flusso dell’acqua.
Troviamo in commercio diverse tipologie di rubinetto mono-comando, in base all’utilizzo che se ne vuole fare: doccia, vasca da bagno, lavandini, ecc.
Il rubinetto mono-comando è composto da due tubi, che portano acqua calda e fredda fino a tre dischi di ceramica che, ruotando, determinano la temperatura del flusso in uscita.
Sotto il coperchio, a cappuccio, troviamo uno stelo zigrinato ed una borchia, su cui ruota la manopola.