Individuare la causa o le cause del distacco o sollevamento dei pavimenti in ceramica è spesso difficile poiché, quasi sempre, più fattori contribuiscono all’apparizione del fenomeno che può verificarsi dopo alcuni giorni, dopo mesi, e persino dopo anni alla messa in opera.
CAUSE:
le cause principali sono:
– assestamento dei fabbricati;
– ritiri delle strutture;
– malte molto ricche di cemento;
– oscillazioni dei solai;
– ritiri dei conglomerati;
– piastrelle posate troppo vicine;
– assenza di spazi lungo le pareti per eventuali dilatazioni;
– dilatazioni termiche differenziali;
– rigonfiamento per assorbimento di umidità.
E’ importante ricordare che una costruzione in calcestruzzo, di recente fabbricazione, soggetta a compressione da carichi, può subire un ritiro che varia dallo 0,025% allo 0,050% e che un fabbricato, sempre in cemento armato, di 9-10 piani può, in caso di forte vento, flettersi di 15 cm.
E’ chiaro che fenomeni di tale portata mettono a dura prova qualsiasi pavimento o rivestimento.
Una corretta posa in opera e l’uso degli accorgimenti che consigliamo, sono le migliori garanzie per evitare incresciosi inconvenienti.
I metodi di posa ai quali è possibile oggi fare ricorso, tanto per i pavimenti quanto per i rivestimenti, sono due:
-la posa a malta;
-la posa con collanti.
La posa a malta è quella che maggiormente ricalca, senza sensibili mutamenti, i metodi, i materiali e gli usi in vigore da sempre; a questo sistema si attribuisce correntemente la denominazione di “posa tradizionale”.
LA POSA A MALTA
La posa tradizionale a malta utilizza, come legante, uno strato di spessore relativamente considerevole di malta cementizia, la cui composizione può subire talune variazioni in funzione delle diverse applicazioni (ad es. per rivestimenti e per pavimenti).
Il fatto di ricoprire la superficie da rivestire con uno spesso strato di malta cementizia rende questo metodo di posa adatto per molte superfici; esso infatti consente di compensare eventuali scabrosità ed irregolarità del pavimento e/o della parete da rivestire, realizzando più agevolmente superfici perfettamente piane, o con pendenze prefissate; esso è inoltre strutturalmente forte, non è negativamente influenzato da un prolungato contatto con l’acqua, e può inoltre servire per livellare o squadrare vecchie superfici preesistenti.
Per questi motivi il metodo tradizionale è ancora oggi usato in diverse applicazioni, nonostante la minor velocità rispetto alla più moderna posa con collanti.
La composizione classica è la seguente: 100 kg di cemento, 100 kg di calce, 1 mc di sabbia, 200 litri di acqua; l’acqua deve essere limpida e priva si sostanze in sospensione, la malta deve essere mescolata con cura.
2.1 POSA IN OPERA DI PAVIMENTI TRADIZIONALI
E’ necessario innanzitutto preparare con cura i materiali indispensabili per il letto di posa (caldana o massetto)
La sabbia deve essere lavata in modo da non presentare alcuna impurità. Per i pavimenti si può usare sabbia più grossa (fino a 3 mm) detta sottovaglio, per le pareti è necessaria invece una sabbia più fine (fino ad l mm).
Il cemento normalmente usato è il Pozzolanico o Portland, cemento a presa lenta. E’ importante ricordare che maggiore è lo spessore della caldana, minore deve essere la quantità di cemento nell’impasto e ciò al fine di evitare le deformazioni dovute o al ritiro o alla dilatazione.
La calce consigliata è quella da intonaco.
Qualora si lavori in costruzioni soggette a deformazioni o qualora lo spessore del letto di posa sia
inferiore ai 3 cm, si consiglia di aggiungere nella malta degli additivi, facilmente reperibili in commercio, che permettano di allungare il tempo di lavorazione del letto di posa e di aumentare ìa presa e felesticità e quindi la resistenza alle deformazioni (è consigliabile in questi casi la posa con tuga).
Bisogna poi controllare i materiali ceramici esaminandone la tonalità, il calibro, la planarità ecc… al fine di garantire una perfetta posa in opera e di prevenire eventuali difetti a lavori ultimati.
Dopo aver pulito l’ambiente da pavimentare da eventuali residui di scagliola, gesso o altro, è indispensabile isolare con un foglio di Isofiim (o polistirolo) dello spessore di 0,5 cm e dell’altezza di 10 cm ìa base delle pareti in modo da dare alla caldana la possibilità di dilatarsi e di assorbire eventuali ritiri della struttura ed assestamenti dei fabbricati.
Molto importante è interporre tra ia caldana ed il solaio una guaina bituminosa o un telo di nylon o
della sabbia, per rendere il pavimento “galleggiante” e non vincolato alle eventuali oscillazioni dei solai, ed ai ritiri dei conglomerati e dei cementi espansi.
LA POSA CON COLLANTI
La posa con collanti possiede, rispetto alla tradizionale posa a malta, alcuni vantaggi in termini di:
– velocità di esecuzione;
– alleggerimento del peso totale della struttura dovuta allo strato relativamente sottile del collante;
– non necessità di bagnare sempre la piastrella;
– possibilità, grazie alle caratteristiche particolari di ogni collante in pasta, in polvere, e agli additivi chimici oggi in commercio, di posa anche su superfici particolari, quali metallo, piastrelle, linoleum ecc… sulle quali la posa a malta sarebbe assolutamente sbagliata.
Per contro, i collanti comportano alcune limitazioni e precauzioni connesse con la necessità di posa su superfici piane e prive di rilievi, e con la preparazione a dosi rigorose e per tempi brevi.
3.1 POSA IN OPERA DI PAVIMENTI E DI RIVESTIMENTI CON COLLANTI
Le operazioni di posa si articolano nelle seguenti fasi:
PREPARAZIONE BELLA SUPERFICIE DI APPOGGIO:
Tale superficie deve essere ben pulita e perfettamente piana, senza fessurazioni e screpolature; se così non fosse, bisogna procedere ad eliminare eventuali deformazioni utilizzando specifici materiali rasanti, facilmente reperibili in commercio; le parti non bene attaccate debbono essere rimosse con molta cura.
PREPARAZIONE DEL COLLANTE:
Questa operazione è da prevedere nel caso di posa con collanti in polvere pre-dosata o con collanti a due componenti (ma non evidentemente, nel caso in cui si usino collanti in pasta pronta all’uso).
Le funzioni in questa fase di preparazione sono quelle di ottenere un impasto perfettamente omogeneo e sufficientemente fluido, di facile applicazione e nel quale tutti i costituenti possano correttamente esercitare la propria funzione.
E’ importante, in questa fase, seguire accuratamente Se istruzioni dei fornitori, per quanto concerne non solo il dosaggio, ma anche il tempo di riposo (normalmente 10-15 minuti) e le modalità di applicazione.
Va tenuto conto del fatto che, dal momento dell’impasto, la colla è utilizzabile per almeno tre ore; anche per questo dato, che può dipendere dalle condizioni ambientali, ed in particolare dalla temperatura, conviene comunque fare riferimento alle specifiche tecniche dei fornitori.
Il collante viene applicato con un’apposita spatola dentellata che consente, ad un tempo, di regolare lo spessore dello strato legante, e di realizzare una superficie con solchi di profondità appropriata a delimitare le zone di primo contatto fra lo strato legante e le piastrelle.
Quando la piastrella viene appoggiata sulla superficie del collante e quindi opportunamente premuta, tali zone si allargano fino ad interessare, aderendovi, gran parte della faccia superiore della piastrella.
Occorre quindi applicare il collante, volta per volta, in superfici limitate, controllando ogni tanto che l’adesivo non abbia, come si suol dire, “fatto la pelle”, riducendo il proprio potere bagnante.
Tale controllo si effettua staccando una piastrella subito dopo l’applicazione e verificando l’adesione del collante alla superficie d’attacco, oppure appoggiando i polpastrelli della mano al collante.
Se tale controllo da esito sfavorevole, è necessario rinnovare la superficie dell’adesivo mediante applicazione di uno strato fresco.
STUCCATURA DEI GIUNTI:
l’operazione di stucco si effettua mediante una spatola di gomma o di materiale plastico, in modo da ottenere un riempimento completo dei giunti.
PULIZIA:
una prima grossolana pulizia si effettua mediante spugna umida. Successivamente si procede ad una pulizia più accurata usando prodotti detergenti comunemente in commercio.
POSA DI GRANDI FORMATI
Alcune considerazioni a parte merita la posa in opera di pavimenti di grandi formati (40×40 e 50×50, ecc), per i quali è necessario conoscere ed adottare alcuni accorgimenti.
In primo luogo bisogna accertarsi che le piastrelle siano perfettamente calibrate e planari, per evitare di trovarsi, a lavoro finito, con difetti e imperfezioni nel pavimento che ne compromettano seriamente l’estetica.
E’ quindi indispensabile che il posatore utilizzi, per i grandi formati, materiali di qualità, che assicura, in ogni suo formato, calibro e planarità perfette.
Il massetto di posa va preparato con molta cura, eventualmente additivando la malta con prodotti che le conferiscano una idratazione completa, perfetta aderenza ed elasticità.
L’uso di sostanze elasticizzanti nell’impasto della malta o nella preparazione del collante è fortemente consigliato in quanto i grandi formati, per le loro stesse dimensioni, sono maggiormente sensibili alle vibrazioni e agli assestamenti delle strutture.
Per questo motivo le fughe, ove necessarie, dovranno essere almeno di 3 mm.
Bisogna poi procedere posando le piastrelle e registrandole una per una, eliminando gli scarti di livello e i “denti”, e battendo ogni singola piastrella con l’apposito martello di gomma (eliminando la fase di vibratura) ed eseguendo i tagli necessari con molta precisione e con strumenti idonei, al fine di contenere lo sfrido di materiale entro i valori normali.
Una volta posate e registrate, le piastrelle vanno lavate con spugna e, dopo 2 o 3 giorni, normalmente stuccate.